Soste e Riprese – Offerta a Dio
La purezza congiunge col Padre fonte della purissima essenza divina, l’obbedienza congiunge col Figlio obbediente fino alla morte e ci conforma all’immagine dell’Uomo-Dio, la povertà ci unifica allo Spirito perché solo l’anima povera può essere riempita delle ricchezze di Dio, e lo Spirito è puro soffio di Dio che non ha nulla dei beni esteriori: così l’anima religiosa vive della Trinità e si unifica alla Trinità.
Obbedire in silenzio per essere nella pace del Maestro; obbedire senza durezza e senza resistenza, lasciarsi piegare come le bianche spighe alla carezza dell’aria, per essere nella dolcezza di Maria, obbedire fiduciosamente per essere nella speranza della eterna gloria del Padre, obbedire in carità consumante e unificante al Corpo del Maestro per essere assorbiti nella inebriante carità del Verbo e dello Spirito.
Non pensare alla gioia che accompagna la dura fatica del darsi, quando la senti non ti soffermare, ma offrila a Dio come un delicato ringraziamento perché si è degnato a chiamarti, e pensa ad affrettarti di nuovo verso la Croce.
La gioia di offrire trasforma tutto in gaudio: è la gioia di dare a Dio, la gioia evangelica: è meglio dare che ricevere: per questo l’anima amante non conosce tristezza: qualunque tristezza offerta nella Croce genera al gaudio.
L’anima amante quando è stanca consuma le sue ultime energie per donarsi più intimamente al Maestro, e allora come un filo nuovo di energia e di forza le sorge di dentro, poco, piccolo, ma così vivo e puro che vi attinge forza per molto soffrire e molto operare..