da Zenit.org: “Di nuovo a Roma le spoglie di un diplomatico vaticano in Argentina”
Pubblichiamo il testo dell’articolo con cui il quotidiano online Zenit.org informava della Santa Messa celebrata il 30 novembre 2007 e presieduta dall’allora Cardinal Vicario di Roma, il Cardinal Camillo Ruini, nel 65° anniversario della chiamata al Cielo del Servo di Dio, e nell’annuncio alla Diocesi della sua traslazione a Roma.
Di Mirko Testa
ROMA, martedì, 27 novembre 2007 (ZENIT.org).- A 65 anni dalla sua morte rientrano in Italia i resti mortali di monsignor Giuseppe Canovai, il prete romano che fu diplomatico della Santa Sede in Sud America e che contribuì alla formazione della classe dirigente politica italiana nell’immediato dopoguerra.
L’avvenimento sarà ricordato venerdì 30 novembre prossimo, alle ore 18:00, presso la Basilica di Santa Maria in Ara Coeli di Roma con una solenne celebrazione eucaristica, animata dal Coro diretto da monsignor Marco Frisina, Direttore dell’Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma, e presieduta dal Cardinale Vicario Camillo Ruini.
Prenderanno parte alla Santa Messa i più alti rappresentanti della diplomazia vaticana e civile italiana, argentina e cilena; i rappresentanti degli enti religiosi e delle congregazioni della Santa Sede dove monsignor Canovai lavorò in vita; gli esponenti dell’Azione Cattolica e della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI); i familiari e i numerosi fedeli che si rifanno alla sua spiritualità e ai suoi insegnamenti.
L’evento è patrocinato dalla Familia Christi, Opera fondata dallo stesso don Giuseppe (la stessa che oggi promuove la causa di beatificazione), e dal Collegio Capranica presso il quale egli fu formato al sacerdozio.
Nato a Roma il 27 dicembre 1904 – riferisce una nota della Familia Christi –, monsignor Canovai venne istruito in casa, poi al Ginnasio Liceo Visconti, ricevendo una salda educazione cristiana. Si laurea in Filosofia, in Giurisprudenza, in Teologia e in Diritto Canonico.
Nel 1924, dopo un corso di esercizi spirituali, sente la vocazione per la vita religiosa nella Compagnia di Gesù ma non può entrare subito in noviziato perché, figlio unico, deve far fronte alle necessità della mamma malata. Verrà ordinato sacerdote all’Almo Collegio Capranica il 3 maggio 1931.
Dopo i primi ministeri sacerdotali, don Giuseppe Canovai si dedica ad un fecondo apostolato intellettuale, prima di essere chiamato come minutante nella Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi.
Nel 1936 incontra nell’Opera Familia Christi un ideale nascente che gli prospetta la possibilità di darsi al Signore nei voti religiosi di povertà, castità e obbedienza, pur rimanendo sacerdote diocesano.
Nel 1937 è nominato Assistente diocesano della FUCI, contribuendo alla formazione, tra gli altri, dei giovani studenti Aldo Moro e Giulio Andreotti, che oggi lo ricorda come il proprio “padre spirituale”.
“Io ho conosciuto tanti sacerdoti nella mia vita ma l’impronta che mi ha lasciato monsignor Canovai se non è la più rimarchevole è certamente la più profonda”, ha detto Andreotti, secondo quanto riferito dalla nota dell’Opera Famila Christi. Sia Moro (1939-41) che Andreotti assumeranno in seguito la Presidenza della FUCI (1942-1944).
Il 27 maggio 1939, monsignor Giovanni Battista Montini, Sostituto della Segreteria di Stato e futuro Papa Paolo VI, propone a Canovai la nomina a Uditore presso la Nunziatura Apostolica di Buenos Aires. Qui il sacerdote si distinse per lo zelo profuso, che gli conquistò la stima del Nunzio apostolico, monsignor Giuseppe Fietta. Le sue lezioni ai Corsi di Cultura Cattolica, inoltre, furono talmente entusiasmanti che proprio da esse avrà origine l’Università Cattolica dell’Argentina.
Il suo apostolato lasciò un ammirato ricordo, come testimonia don Manuel Moledo, che fu Assistente ecclesiastico dell’Azione Cattolica in Argentina: “Sapeva gettare ponti sopra gli abissi”.
Intanto, sempre più tormentato dai dolori fisici, prosegue le sue segrete offerte di sangue al Signore. Penitenze procurate dal cilicio e permesse eccezionalmente dal suo confessore, padre Andrea Doglia, S.I.
Nel gennaio 1942 viene inviato a Santiago del Cile, come Incaricato d’Affari ad interim. Nel diario annota: “Non ti chiedo che la terra ove mi inviò la Tua Provvidenza mi germini rose: Ti chiedo solo che mi doni le spine della Tua Passione… e che di sotto le spine germini una spiga a me invisibile…”.
Anche in Cile prosegue le sue offerte di penitenza: flagellazioni che pratica con le lame da barba e con le quali implora che non venga approvata la proposta di legge dei radicali per introdurre il divorzio in Cile (legalizzato dopo 62 anni di battaglie, nel 2004); o quando durante la Settimana Santa si unisce alla Passione di Cristo, di giorno e di notte, mentre è intento ad organizzare i festeggiamenti per l’insediamento del nuovo Presidente cileno. E proprio in Cile traccia su cinque pagine la sua Preghiera scritta con il sangue.
Nel luglio del 1942 ritorna a Buenos Aires riprendendo tutte le sue attività. Sente stranamente vicina la fine. Infatti nel novembre, fra i tormenti per una irreversibile peritonite e assistito dal Nunzio e da vari amici, la sua anima spira.
Sepolto nel cimitero della Recoleta a Buenos Aires, presto la sua crescente fama di santità porta a chiedere per lui una sepoltura privilegiata. Tra il trionfo di popolo e la commozione generale il 13 settembre del 1949 avviene la prima traslazione nella Chiesa Regina Martyrumdei Gesuiti. La lapide recita: “Sacerdote a pochi paragonabile, godi della pace di Cristo”.
L’inchiesta diocesana della Causa di beatificazione e canonizzazione si è chiusa il 27 novembre 2001. I numerosi faldoni sono stati quindi inviati alla Congregazione delle Cause dei Santi, la quale – ai fini dell’accoglimento della procedura – ha già verificato, con esito positivo, la validità canonica del materiale processuale prodotto.
A cura della Postulazione è stata poi composta la ponderosa Positio super virtutibus consegnata nel 2006: due volumi di oltre seicento pagine da cui emergono la valenza cristiana e la fisionomia spirituale di Canovai.
Nel maggio 2007 la Familia Christi ha vinto l’opposizione dell’Argentina, particolarmente legata alla figura di Canovai, riuscendo così ad esaudire la volontà testamentaria di don Giuseppe e a ricondurre a Roma le sue spoglie mortali.
Provvisoriamente custodite dalla Postulazione francescana della Provincia Romana, si è ora in attesa di una loro collocazione definitiva.
[Per maggiori informazioni: segreteria@familiachristi.org oppure assistente.ecclesiastico@dongiuseppecanovai.it]
Fonte: Zenit.org